Cosa è veramente la fibromialgia

Disclaimer: informazioni a scopo educativo; non sostituiscono la valutazione medica individuale.

Il mio punto di vista clinico

Quando incontro una persona con fibromialgia (FM), non vedo “solo dolore diffuso”. Vedo un sistema nervoso che lavora a volume troppo alto, un’autonomia (battito, respiro, vasomotricità) che fatica a regolare i carichi, e — in una quota di pazienti — cambiamenti misurabili nelle piccole fibre nervose cutanee. L’obiettivo del mio lavoro è abbassare quel “volume” con movimento dosato, igiene del sonno, tecniche neuromodulative e un piano realistico, personalizzato.

Che cos’è, in parole semplici

La fibromialgia è una sindrome di ipersensibilità del sistema nervoso con dolore diffuso, affaticabilità, sonno non ristoratore e nebbia mentale. Oggi si diagnostica clinicamente con i criteri ACR rivisti nel 2016: WPI/SSS (indici di dolore e severità dei sintomi), dolore generalizzato in 4/5 regioni e sintomi da ≥3 mesi. Non è più un “diagnosi di esclusione” se i criteri sono soddisfatti. (studio 1).

Cosa succede davvero “dentro”: cervello, nervi periferici, sistema autonomo

1) Cervello: neuro-infiammazione e glia attiva

Studi PET con traccianti TSPO mostrano aumentata attivazione gliale (microglia/astroglia) in aree della modulazione del dolore. Non è retorica: è un segnale biologico misurabile che spiega perché gli stimoli “normali” possano essere percepiti come dolorosi. (studio 2).

2) Periferia: piccole fibre nervose (non sempre, ma spesso)

Meta-analisi su biopsie cutanee e microscopia corneale mostra riduzione della densità delle piccole fibre in circa un paziente su due con FM: significa che una sottopopolazione ha una vera small fiber pathology (SFP), con possibile contributo periferico al dolore. (studio 3; studio 4).

3) Autonomico: HRV bassa, iper-simpatico, POTS in sottogruppi

Molti pazienti presentano disautonomia (bassa variabilità della frequenza cardiaca, alterata risposta ortostatica). Una review sistematica stima impairment autonomico ~45% nella FM; altri studi confermano “simpatico alto / vago basso”. È uno dei motivi per cui stress, caldo, pasti o sonno scarso scatenano flare. (studio 4; studio 5).

Cosa funziona davvero (e quanto)

Linee guida internazionali

Le raccomandazioni EULAR suggeriscono approccio graduale, centrato su educazione + attività fisica come base; i farmaci hanno effetto medio-piccolo e vanno integrati in un piano multimodale. (studio 6).

Esercizio fisico: il “farmaco” con meno effetti collaterali

· Aerobico + forza + mobilità: migliorano dolore, funzione e umore.

· In uno studio randomizzato, Tai Chi ha eguagliato o superato l’aerobica, specie se protratto. (studio 7).

· Dose pratica: 2–3 sedute/sett., 25–40′, intensità bassa→moderata, progressione lenta di 6–12 settimane; nelle giornate “no”, fare micro-sessioni (5–10′) (studio 7).

Farmaci (quando e come)

· Duloxetina, pregabalin, milnacipran: efficacia modesta, utili in profili selezionati (dolore+ansia/sonno, ipersensibilità diffusa). La scelta è personalizzata e va rivalutata. (studio 9).

· Low-Dose Naltrexone (LDN): meta-analisi e review recenti indicano segnale di beneficio e buona tollerabilità, ma qualità dell’evidenza ancora limitata → uso off-label da valutare con il medico e monitorare. (studio 10; studio 11).

· Oppioidi: sconsigliati nella FM per rischio > beneficio nella maggior parte dei casi (studio 6).

FM e intestino (IBS): perché si “parlano”

FM e sindrome dell’intestino irritabile (IBS) si sovrappongono spesso (asse intestino–cervello–dolore). La gestione combinata (dieta ragionata, ritmo dei pasti, sonno, movimento) può ridurre flare di entrambi. (studio 12).

“Non tutto, subito” — ma tanta strada si può fare

La fibromialgia è reale, complessa e gestibile.
Quando personalizziamo
carico fisico, regolazione autonomica e supporti mirati (terapie fisiche, farmaci selettivi, educazione), i miglioramenti arrivano e durano.
Il percorso è
graduale, non lineare: si impara a dosare, non a rinunciare.

Se vuoi, posso valutare il tuo caso e impostare un piano su misura (allenamento, strategie autonomiche, strumenti a casa, ecc.).

Domande frequenti

La fibromialgia è autoimmune?
No. Ci sono segnali neuro-infiammatori e, in sottogruppi, alterazioni delle piccole fibre, ma non marcatori tipici di autoimmunità (studio 2) (studio 3).

Posso fare pesi?
Sì, forza a bassa–moderata intensità con progressione lenta migliora funzione e dolore. La chiave è la dose e il recupero (studio 7).

Perché ho giorni “on/off”?
Perché il sistema autonomo e la modulazione del dolore oscillano: sonno, stress, temperatura, ciclo, pasti e infezioni minori possono spostare la soglia (studio 4) (studio 5).